Mario Pezzotta, è inutile dirlo, è il trombonista numero uno
d'Italia. Numero uno per tante ragioni: prima di tutto per ragioni musicali. È
l'uomo che sa far cantare il suo strumento, che sa trarre dal trombone suoni
languidi e ardenti, persuasivi e violenti, dolci e aspri.
In Italia è l'unico che abbia saputo imparare la lezione ed
applicarla con rigorosa intelligenza e pratica sicurezza. La lezione è stata
evidentemente impartita dai grossi calibri di oltre Oceano e particolarmente da
Tommy Dorsey, ma Pezzotta ha colto solo l'ispirazione, il resto l'ha creato da
se con una lunga carriera piena di soddisfazione e di successi. La seconda
ragione per la quale Mario Pezzotta è il trombonista numero uno d'Italia
riguarda non tanto Pezzotta come musicista quanto Pezzotta uomo. Mario ama la
musica come pochi altri e come pochi altri ne sa cogliere il significato più
vero, più chiaro e più sincero. In qualsiasi stile suoni.
pino maffei
dalla cover del disco
dalla cover del disco
Lato a)
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Wabash blues (ringle)
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Who's sorry now (kalmar-ruby-snyder)
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Solitudine (ellington)
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Tequila (chuck-rio)
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Cry me a river (hamilton)
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Wild is the wind (tiomkin-washington)
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King of rags (lay)
Lato b)
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Mood indigo (ellington-mills-bigard)
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Boogie mood (lane)
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Le tue mani (spotti)
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Felicidade (salvet-camus-jobim-rys)
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Blues song (melburry)
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My prayer (boulanger)
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When the saints go marching in (ignoto)
cover (durium - ms A 77065)
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