Due fra i più illustri musicisti contemporanei, Gian Francesco Malipiero e Goffredo Petrassi, testimoniano con queste due brevi composizioni, il rapporto che passa fra gli artisti e l'aria del loro tempo: un rapporto s'intende, che non può non rispecchiare stati d'animo diversi - di accettazione o di protesta - nei confronti del mondo esterno, dove oggi la macchina ha un valore, oltre che di simbolo storico, quasi di "natura". [...]
Gian Francesco Malipiero, uomo di raffinata cultura, apre con fiducia le finestre "per lasciar entrare l'aria del tempo" e ha composto una partitura dove, pur senza scadere in un piatto descrittivismo, il tessuto musicale vive appoggiandosi ad un "fondo" che ha chiare allusioni imitative del mondo delle macchine. Le sue sono macchine "classiche" senza misteri, viste con distaccato ma gioioso umorismo, quasi a renderle partecipi come uomini della vita di tutti i giorni. E nella partitura si ritrovano alcune delle caratteristiche più esplicite del suo stile, come gli "ostinati" che fanno da tessuto connettivo all'estrosa e svagata poesia degli strumenti.
Non c'è evidentemente alcuna volontà (anche soltanto allusiva) delle macchine e dei loro rumori nella partitura di Goffredo Petrassi. La scrittura è fra le più avanzate, nel suo esatto procedere per "punti" sonori, in assorte o irritate domande e risposte di strumenti metallici: ma, non foss'altro per negazione di qualsiasi riferimento rumoristico, questo breve, lucidissimo pezzo di musica strumentale riporta al mondo di oggi, dove il silenzio si configura, anche poeticamente, come assenza delle macchine, piccole o grandi che siano, e dove la vita stessa sembra essersi fatta una voce, più varia e intensa dell'antica voce dell'uomo.
Leolardo Pinzauti
(dalla cover del disco)
side a)
- Musica di ottoni (petrassi)
side b)
- Macchine (per 14 strumenti) (malipiero)
le due composizioni, ispirate al mondo contemporaneo, sono state scritte per il numero 6 di "Civiltà delle Macchine", pubblicato a ricordo del trentennio dell'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) 1933-1963.
Solo tu potevi permetterti il lusso di "pubblicare" un LP di musica contemporanea in un blog "per tutti". Grande, Giancarlo.
RispondiEliminaMalgrando Musica di ottoni di Petrassi si dimostri interessante (sebbene il tributo che paghi ad Also spracht Zarathustra sia lampante), la "liquidità" del suono di Macchine la fa svettare e la pone una decina d'anni avanti rispetto la sua pubblicazione. Un singolo - come già rimarcato - di portata storica.
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