domenica 23 giugno 2013

Le Vacanze degli italiani


Dal punto di vista religioso rappresentano un vero pericolo per sei milioni di persone




"Se andremo avanti di questo passo [...] dovremo mettere le ruote sotto le chiese per seguire i nostri fedeli che vanno a spasso per la maggior parte dell'anno!"
Una delle novità più sorprendenti di questo dopoguerra in Italia è l'abitudine ormai diffusa del week-end, cioè del "fine settimana" passato fuori città. Con la "settimana corta" moltissimi impiegati e operai sono liberi dal lavoro anche al sabato e, d'altra parte, nelle principali città anche gli uffici Comunali, le banche, la Borsa, rimangono chiusi in questo giorno, che s'avvia a diventare integralmente il "sabato inglese", se, come sembra, anche le scuole e le università sospenderanno le lezioni, perché i figli possano seguire la famiglia fuori città.

Le vacanze creano grossi problemi
Ciò non avviene solo in primavera o d'estate: nello stesso inverno la moda dello "sci" ha contagiato schiere sempre più folte di lavoratori e, specie in alta Italia, si sente sempre più necessario il trasferimento in zone dove gli effetti dello smog cittadino possono essere eliminati in santa pace.
Il 10% dei cittadini, oggi, cerca l'evasione settimanale in campagna.
Come è già avvenuto in Svizzera, in Francia e in Germania, questi spostamenti ormai abituali creano dei problemi assai importanti. Da qualche mese, per esempio, anche sulle strade italiane si vedono le indicazioni ai turisti per le funzioni religiose nel più vicino centro abitato. Le Ferrovie ormai sono abituate ad allungare i convogli per le zone climatiche, al sabato e alla domenica. [...]
È vero che, per la maggior parte, solo chi possiede la macchina o fruisce di particolari riduzioni ferroviarie si permette tale tipo di esodo periodico. Ma oggi anche i lavoratori non considerano più un lusso la propria utilitaria o, in mancanza, una moto o uno scooter, oppure i grandi pullman per le gite sempre più frequenti.
Dal punto di vista religioso, il fenomeno rappresenta un grave pericolo per la vita parrocchiale là dove non si è provveduto a Messe Vespertine serali e ad altre iniziative che raccolgono i fedeli anche al di fuori del sabato e della domenica. Ma il danno ancor più grave alla parrocchia (specie a quelle di città) viene dalla villeggiatura, che prolunga e moltiplica queste assenze dal centro stabile della vita comunitaria.
L'anno scorso in Italia due milioni e mezzo di famiglie si sono recate in villeggiatura più o meno lunga. Circa un milione e mezzo di famiglie si sono spostate al completo con tutti i loro componenti. L'altro milione ha mandato in villeggiatura soltanto qualcuno dei suoi componenti, quelli cioè che avevano più bisogno di cambiar aria e di riposarsi oppure di fare qualche cura particolare. Nel computo non numeriamo i bambini delle colonie estive, che sono stati un milione e 150 mila, alloggiati al mare o in montagna o in alta collina a cura di enti pubblici e privati per un buon mese. (Di questi ragazzi e di queste ragazze, due terzi appartengono alle regioni dell'Italia Settentrionale e per un terzo appena al resto dell'Italia [...])

I parroci perdono il contatto coi fedeli
Il numero complessivo delle persone che si recano in vacanza si calcola intorno ai sei milioni o poco più: due milioni e mezzo sono maschi, tre milioni e mezzo femmine. Si sa che in Italia le femmine sono un milione in più dei maschi. Ragioni di cavalleria e di assistenza ai bambini impongono che le donne vadano e restino in villeggiatura, mentre gli uomini tornano al lavoro.
La durata delle vacanze si protrae per una media generale di una ventina di giorni a persona (21-22); quindi a sei milioni di villeggianti corrisponderanno circa 130 milioni di giornate di presenza nei luoghi di villeggiatura. Se si calcola una spesa media di ottocento lire al giorno - tenendo conto anche delle categorie meno abbienti di villeggianti, che sono le più numerose, e della presenza di un rilevante numero di bambini - la spesa complessiva sopportata nei luoghi di villeggiatura supera di poco i cento miliardi di lire, che andrebbero così ripartiti: 40 miliardi per le vacanze al mare; altri 40 per le vacanze sui monti e le colline, i restanti 20 miliardi per le vacanze in località termali o di cura, per i viaggi e crociere e per le escursioni all'estero.
I viaggi all'estero stanno diventando sempre più frequenti, ma le persone che hanno la possibilità di farli sono appena il 3-5 per cento di coloro che usufruiscono della villeggiatura. Il livello delle retribuzioni in Italia è tale che, fra le persone le quali godono di ferie retribuite, soltanto la metà dei dirigenti e degli impiegati e soltanto un quinto dei lavoratori dipendenti possono recarsi in vacanza fuori sede.
Dinanzi a tale stato di cose, i parroci delle grandi città avvertono che, praticamente, le attività dell'Azione Cattolica, degli oratori e, in genere, di tutta la vita parrocchiale vengono sospese da giugno fino al principio dell'ottobre. Sono 4 mesi di vacanza anche dai doveri religiosi![...]
Il periodo delle vacanze estive realmente rappresenta un pericolo per sei milioni di italiani. I parroci dovranno davvero mettere le ruote sotto le loro chiese?


Aldo Scisco


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