domenica 16 giugno 2013

"GRUPPO 63" - Palermo 2-9 ottobre



Di tutti gli atti unici scritti da autori del Gruppo 63 e rappresentati la sera di giovedi 3 ottobre, il più conprensibile era Lo scivolo di Michele Perriera.   Non che il resto dello spettacolo fosse noioso.    Nel  Povera Juliet di Alfredo Giuliani, per esempio, una enorme fotografia di Carlo Levi si alternava (proiettata sul soffitto della sala) con quella di uno scimmione e con una di de Gaulle.   Nel K di Edoardo Sanguineti campeggiava sul fondale un sedere di donna.  Nella Lezione di fisica di Elio Pagliarani una lettera di Einstein a Roosevelt veniva detta sul motivo di S'annamo a divertì Nannì, Nannì.    E più o meno in tutti gli sketch c'era qualcosa di buffo: una battuta ("La vecchia che scivola non vuol dire marxismo".   "Dio non sente perchè come tutti i vecchi ha le orecchie piene di peli"),  un prolungato muggito di vacche durante una scena d'amore, spari, leggii di ferro strascicati in platea, parolacce, e persino fuochi d'artificio nel cortile del teatro.   Ma il geroglifico in cui gli autori avevano celato il senso, il significato di quelle scene, era pressochè indecifrabile.   Meno che nello Scivolo.
Lo scivolo è la storia di un giovane che tenta inutilmente di sedersi: gli sta di fronte un uomo seduto a una scrivania, in testa un berretto gallonato, il quale glielo proibisce.   Il giovane chiede, poi supplica, infine minaccia; a questo punto, a un cenno dell'uomo seduto, viene trascinato via da quattro sgherri.   La metafora è molto chiara: nello Scivolo sedersi sta per "sistemarsi", avere una posizione, inserirsi nel meccanismo funzionante della società.   Come tutti i giovani, il personaggio vi tende con ogni mezzo: prima docile e fiducioso, poi sempre più affannato, in ultimo pronto alla violenza.   Nessuno dei suoi tentativi, però, convince l'uomo col berretto fitto di gradi (cioè il detentore del potere) a favorirne le intenzioni d'inserimento.   All'inizio, l'uomo del potere è soltanto indifferente; ma poi comincia ad annoiarsi, e quando l'altro si azzarda a fare la voce grossa si spazientisce e lo toglie di mezzo.
Sullo Scivolo, forse perché era il più chiaro degli undici sketch, si svolsero dopo lo spettacolo parecchie discussioni.   Bisognava considerarlo come una specie di manifesto del Gruppo 63; vale a dire di quei giovani scrittori e letterati riuniti sotto questa sigla che tra il 2 e il 9 ottobre hanno avuto a Palermo il loro primo incontro ufficiale?   Bisognava vedervi le tracce di una polemica contro la cultura tradizionale?   Il Gruppo 63 era insomma il giovane protagonista dello Scivolo cui l'uomo col berretto gallonato impedisce di "sedersi" nella vita letteraria italiana?   Era il parere di molti.
[...]

Nessun commento:

Posta un commento