il leader negro Martin Luther King jr: è stato designato dalla rivista Time "uomo dell'anno". Con la sua appassionata opera di apostolo, egli è diventato il simbolo della lotta dei negri americani per i "diritti civili". Martin Luther King è nato 35 anni fa in una famiglia negra di Atlanta, quando i negri d'America erano considerati esseri "subumani". Il nonno materno e il padre - un predicatore - furono accesi sostenitori della causa nera. Nell'infanzia, King vide le tendine che, sui vagoni ristorante, separavano i negri dai bianchi. Studiò in una scuola di Atlanta, poi entrò al Seminario teologico di Chester. Nel 1955 sposò una cantante, Coretta Scott, e divenne il pastore della Chiesa Battista della Dexter Avenue a Montgomery, nell'Alabama.
In questo centro di accesa propaganda razzista, King si pose a capo della lega negra che protestava contro la segregazione negli autobus. La sua casa fu devastata dalle bombe, ma egli supplicò i suoi amici di non rispondere alla provocazione con la violenza. E Montgomery fu la prima città degli Stati Uniti in cui i negri ottennero il trattamento paritario sugli autobus, nei locali pubblici e nelle scuole. Da allora, King si è battuto a capo della Southern Christian Leadership Conference, l'unione di un centinaio di gruppi pro-neri. È stato picchiato duramente tre volte, incarcerato quattordici volte. La sua casa è stata ripetutamente sventrata dalle bombe. Egli predica la non-violenza e invita i suoi uomini "a impugnare una sola arma: la verità". I suoi autori sono Kant e Hegel, il suo modello Gandhi. Nel 1963 ha percorso, con tutti i mezzi, oltre 400 mila chilometri e tenuto 350 discorsi. Si alza alle sei e mezzo, è sempre in movimento, dorme pochissimo. Dovunque vada, su di lui incombe la minaccia di morte. La moglie e i quattro figli sono costantemente in ansia per lui. Grazie a uomini come King, il 1963, dalle tragedie di Birmingham e Montgomery alla grandiosa marcia dei 200 mila su Washington, è stato l'anno di una stupefacente "rivoluzione" nera: i 196 milioni di negri americani hanno ottenuto, sul piano dei diritti civili, più che nei cento anni precedenti.
(EPOCA - 12 gennaio 1964)
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