A distanza di dieci giorni dal Festival di Sanremo appare difficile per un cronista trarre delle conclusioni sulla manifestazione mentre non è nostro compito entrare nelle critiche che rappresenterebbero oggi "...il senno di poi", ma che non possono ormai modificare nulla.
Il Festival di Sanremo rimane la manifestazione più importante della musica leggera e mantiene le sue attrattive, il suo fascino, le sue amarezze e logicamente le sue critiche.
I cantanti sono o dovrebbero essere fuori discussione. Possono talvolta non avere la canzone adatta, ma rimangonop i personaggi di questo nuovo mondo musicale moderno, rapido, fragile, mutevole come le bizzarre cronache del tempo d'oggi.
Vincono e non sempre convincono, illudono o deludono, trionfano o tremolano, proprio come cavalli da corsa per i quali non valgono mai le scommesse sicure.
Per quanto riguarda le canzoni, troppi sono i pareri e troppi i gusti personali per poterle trasformare in un prodotto di massa. Abbiamo sempre avuto e specialmente oggi gusti troppo diversi per poter pensare che le nostre canzonette possono essere standardizzate. Costruire le canzoni può essere facile oggi, difficile è crearne i successi.
La parola è dunque oggi ai dischi. Una vittoria, si sa, può influire ma non sempre. Il proverbio degli "ultimi possono diventare i primi" è molto valido in questo campo e le vendite al pubblico non sempre possono essere influenzate dalla, non facile oggi propaganda. [...]
De Luigi
("Musica e Dischi" - febbraio 1963)
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