"Quando verrete a Genova non vi getteremo pomidori perchè si tratta di una verdura costosa (anche quando è marcia perchè allora l'adoperano per fare la conserva), ma vi copriremo con la saliva delle nostre bocche" [...]
L'annuncio che Dario Fo e Franca Rame avrebbero rappresentato un loro "Cristoforo Colombo" ha suscitato commenti e provocato proteste d'ogni genere "Colombo non si tocca. Colombo non si mette in farsa", hanno gridato "Giù le mani da Colombo". In realtà, come spiega Fo, in Isabella, tre caravelle e un cacciaballe la figura di Colombo, se pure portata sulla misura del teatro comico, non appare affatto diminuita. Caso mai restituita alla sua verità umana. Non più l'immagine oleografica del santo e dell'eroe, ma un ritrattino vivace di uomo deciso a raggiungere il suo fine [...] con tutti i mezzi, contro la pigrizia, l'ignoranza, il pregiudizio di un'epoca che non aveva ancora capito i tempi nuovi.[...]
Quello di Dario Fo è un tasto serio, pur nei modi esteriori della farsa. Si sente la preoccupazione costante di non cadere nel vaudeville ma di conservare comunque un aggancio alla verità storica, alla successione reale dei fatti. In questo senso "Isabella, tre caravelle e un cacciaballe" rappresenta un momento nuovo nella fortunata carriera di Fo. Un momento forse decisivo, anche se pericoloso. Lo spettacolo è incredibilmente ricco di mutamenti di scena e di trovate in grado di giustificare questi mutamenti. Per questo è uno spettacolo faticoso. Dopo oltre quaranta giorni di prove gli attori sono estenuati. Fo non ha quasi più voce. Sussurra le sue battute succhiando pastiglie per la gola. Ci sono degli attori che si cambiano abito, con intervalli di secondi, sei o sette volte. Escono frate e tornano marinaio, escono mendicante e rientrano gentiluomo. Il palco del boia diventa la stanza da bagno della regina e la stanza da bagno della regina diventa caravella. È chiaro che Dario Fo e Franca Rame giocano sul loro Cristoforo Colombo quasi tutta la loro fortuna teatrale.
Dario Fo si rende conto che la preoccupazione per la rispettabilità degli eroi nazionali è un sentimento diffuso. Non basta che un tipo faccia una grande scoperta o compia una memorabile impresa. Deve essere anche un uomo perfetto, un modello di virtù.
[...]
Roberto Leydi
("L'Europeo" - 8 settembre 1963)
riportato nel "back cover" del disco
Lato a)
- a) Fides fidelis - b) Concessione alla recita
- a) Il giovane di Tunisi - b) Isabella
- a) Felice Colombo racconta - b) La guerra santa - c) Le richieste
- a) Ogni tanto fa un certo piacere - b) Un cacciaballe
- Cristoforo Colombo con due facce di bronzo
Lato b)
- a) Gloria - b) Il processo
- a) Giuriamo - b) Giovanna la pazza - c) Il processo #2 (deviazioni di rotta)
- a) La terra se vergine si beve i torrenti - b) Il processo #3 (gli schiavi)
- Di certo non s'è mai visto
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RispondiEliminaGiancarlo... grazie, grazie, grazie.
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