mercoledì 26 giugno 2013

GINO MESCOLI - LOLITA/SANS TOI



 
 
 
 
side a)
  • Lolita (Harris)
 
 
side b)
  • Sans toi (varda-legrand)
 
 
 
 
cover (Style - STMS 523)
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Style - STMS 523
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La Nuova Frontiera arriva in Europa


Il presidente Kennedy arriva in Italia da solo, cioè senza moglie; per cui la visita avrà un carattere strettamente "business": le conversazioni politiche saranno il solo motivo d'interesse.   Durante la visita ufficiale di due anni fa in Francia, invece, Jacqueline aveva talmente polarizzato l'interesse di tutti e distratto persino il generale De Gaulle, che il presidente americano, a una conferenza stampa, dovette ricorrere all'arguzia per recuperare l'attenzione dei giornalisti: "Sarà forse opportuno che mi presenti", disse loro, "sono quel tale che ha accompagnato a Parigi la signora Jacqueline Kennedy". [...]
L'Europa che Kennedy trova adesso è ben diversa da quella che lasciò due anni fa, dopo la sua visita a Parigi.   Il grande disegno di unità europea, e in un secondo tempo atlantica, è drammaticamente compromesso.   E proprio per mano del presidente francese.
Il 1963 doveva essere l'anno dell'Europa.   Il Mercato Comune avrebbe portato all'integrazione economica e politica degli Stati occidentali: la sua marcia verso la eliminazione di tutte le barriere interne, da quelle doganali a quelle ideologiche, sembrava inarrestabile, fatale.   Altrettanto inevitabile pareva l'ammissione della Gran Bretagna e degli altri sei paesi membri dell'Area di Libero Scambio, EFTA (Svezia, Norvegia, Danimarca, Austria, Svizzera e Portogallo), così da formare una comunità ricca e popolosa quanto o più degli Stati Uniti.   Questi ultimi poi, incoraggiati dalla riduzione delle tariffe doganali promessa da Kennedy, si preparavano a dare il via al più colossale piano di liberalizzazione degli scambi nella storia dell'Occidente.   Dalla piattaforma economica si sarebbe potuto costruire in seguito una Comunità atlantica politica.
Oggi Kennedy può constatare di persona quanto questi sogni fossero lontani dalla realtà.   È bastato un no: il veto di De Gaulle alla Gran Bretagna nel Mercato Comune, lo scorso gennaio, ha di nuovo disintegrato l'Europa.   [...]


Silvano Villani
("PANORAMA" - giugno 1963)

domenica 23 giugno 2013

SERGIO BRUNI - PENTAGRAMMA NAPOLETANO

 


Molte celebri canzoni napoletane sono tornate in voga in questi ultimi tempi sia pure attraverso esecuzioni non sempre ortodosse e talora esotiche.   Questo fenomeno che sta comunque a dimostrare la validità della canzone di Napoli, non poteva non interessare Sergio Bruni che di tale canzone è l'interprete più fine e più attuale.   Egli pertanto, avvalendosi delle proprie eccezionali qualità di studioso del canto napoletano, di esperto teatrale e di cantante incomparabile ha dato via nell'estate del 1962 ad un primo spettacolo d'arte denominato "Pentagramma napoletano" nel corso del quale ha ripresentato in teatro canzoni e personaggi napoletani di ogni tempo.   Nello stesso spettacolo ha lanciato anche nuove canzoni quasi a testimoniare la continuità e l'inesauribilità della tradizione canora partenopea.   In questo disco sono riprodotte le dieci canzoni che Bruni, in originali interpretazioni, ha riproposto al pubblico e due di quelle nuove: "Niente" e "Notte lucente".

Giulio Patrizi
dalla 'cover' del disco



Lato a)
  1. Michelemma' (trascrizione esposito)
  2. Fenesta vascia (trascrizione esposito)
  3. o' tiramole (trascrizione esposito)
  4. Te voglio bene assaglie (trascrizione esposito)
  5. 'o squitato (valente- lardini-ruber)


Lato b)
  1. Totonno 'e Quagliarella (buongiovanni-capurro)
  2. 'a sirena (valente-di giacomo)
  3. Mmiez' 'o ggrano (nardella-nicolardi)
  4. Napule ca se ne va (murolo-tagliaferri)
  5. Niente (schiano-garri)
  6. Notte lucente (barile-manetta-fiore)




 cover (LA VOCE DEL PADRONE - QELP 8080)
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LA VOCE DEL PADRONE - QELP 8080
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Le Vacanze degli italiani


Dal punto di vista religioso rappresentano un vero pericolo per sei milioni di persone




"Se andremo avanti di questo passo [...] dovremo mettere le ruote sotto le chiese per seguire i nostri fedeli che vanno a spasso per la maggior parte dell'anno!"
Una delle novità più sorprendenti di questo dopoguerra in Italia è l'abitudine ormai diffusa del week-end, cioè del "fine settimana" passato fuori città. Con la "settimana corta" moltissimi impiegati e operai sono liberi dal lavoro anche al sabato e, d'altra parte, nelle principali città anche gli uffici Comunali, le banche, la Borsa, rimangono chiusi in questo giorno, che s'avvia a diventare integralmente il "sabato inglese", se, come sembra, anche le scuole e le università sospenderanno le lezioni, perché i figli possano seguire la famiglia fuori città.

Le vacanze creano grossi problemi
Ciò non avviene solo in primavera o d'estate: nello stesso inverno la moda dello "sci" ha contagiato schiere sempre più folte di lavoratori e, specie in alta Italia, si sente sempre più necessario il trasferimento in zone dove gli effetti dello smog cittadino possono essere eliminati in santa pace.
Il 10% dei cittadini, oggi, cerca l'evasione settimanale in campagna.
Come è già avvenuto in Svizzera, in Francia e in Germania, questi spostamenti ormai abituali creano dei problemi assai importanti. Da qualche mese, per esempio, anche sulle strade italiane si vedono le indicazioni ai turisti per le funzioni religiose nel più vicino centro abitato. Le Ferrovie ormai sono abituate ad allungare i convogli per le zone climatiche, al sabato e alla domenica. [...]
È vero che, per la maggior parte, solo chi possiede la macchina o fruisce di particolari riduzioni ferroviarie si permette tale tipo di esodo periodico. Ma oggi anche i lavoratori non considerano più un lusso la propria utilitaria o, in mancanza, una moto o uno scooter, oppure i grandi pullman per le gite sempre più frequenti.
Dal punto di vista religioso, il fenomeno rappresenta un grave pericolo per la vita parrocchiale là dove non si è provveduto a Messe Vespertine serali e ad altre iniziative che raccolgono i fedeli anche al di fuori del sabato e della domenica. Ma il danno ancor più grave alla parrocchia (specie a quelle di città) viene dalla villeggiatura, che prolunga e moltiplica queste assenze dal centro stabile della vita comunitaria.
L'anno scorso in Italia due milioni e mezzo di famiglie si sono recate in villeggiatura più o meno lunga. Circa un milione e mezzo di famiglie si sono spostate al completo con tutti i loro componenti. L'altro milione ha mandato in villeggiatura soltanto qualcuno dei suoi componenti, quelli cioè che avevano più bisogno di cambiar aria e di riposarsi oppure di fare qualche cura particolare. Nel computo non numeriamo i bambini delle colonie estive, che sono stati un milione e 150 mila, alloggiati al mare o in montagna o in alta collina a cura di enti pubblici e privati per un buon mese. (Di questi ragazzi e di queste ragazze, due terzi appartengono alle regioni dell'Italia Settentrionale e per un terzo appena al resto dell'Italia [...])

I parroci perdono il contatto coi fedeli
Il numero complessivo delle persone che si recano in vacanza si calcola intorno ai sei milioni o poco più: due milioni e mezzo sono maschi, tre milioni e mezzo femmine. Si sa che in Italia le femmine sono un milione in più dei maschi. Ragioni di cavalleria e di assistenza ai bambini impongono che le donne vadano e restino in villeggiatura, mentre gli uomini tornano al lavoro.
La durata delle vacanze si protrae per una media generale di una ventina di giorni a persona (21-22); quindi a sei milioni di villeggianti corrisponderanno circa 130 milioni di giornate di presenza nei luoghi di villeggiatura. Se si calcola una spesa media di ottocento lire al giorno - tenendo conto anche delle categorie meno abbienti di villeggianti, che sono le più numerose, e della presenza di un rilevante numero di bambini - la spesa complessiva sopportata nei luoghi di villeggiatura supera di poco i cento miliardi di lire, che andrebbero così ripartiti: 40 miliardi per le vacanze al mare; altri 40 per le vacanze sui monti e le colline, i restanti 20 miliardi per le vacanze in località termali o di cura, per i viaggi e crociere e per le escursioni all'estero.
I viaggi all'estero stanno diventando sempre più frequenti, ma le persone che hanno la possibilità di farli sono appena il 3-5 per cento di coloro che usufruiscono della villeggiatura. Il livello delle retribuzioni in Italia è tale che, fra le persone le quali godono di ferie retribuite, soltanto la metà dei dirigenti e degli impiegati e soltanto un quinto dei lavoratori dipendenti possono recarsi in vacanza fuori sede.
Dinanzi a tale stato di cose, i parroci delle grandi città avvertono che, praticamente, le attività dell'Azione Cattolica, degli oratori e, in genere, di tutta la vita parrocchiale vengono sospese da giugno fino al principio dell'ottobre. Sono 4 mesi di vacanza anche dai doveri religiosi![...]
Il periodo delle vacanze estive realmente rappresenta un pericolo per sei milioni di italiani. I parroci dovranno davvero mettere le ruote sotto le loro chiese?


Aldo Scisco


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PETER NERO - DYNAGROOVE: PIANO & ORCHESTRA

 


[...] una scorrazzata [...] attraverso undici nazioni con motivi di successo europei che han fatto scalpore anche negli Stati Uniti.   In poco meno di un anno di registrazioni, Peter Nero è entrato nella cerchia magica dei pianisti che regolarmente producono dischi di gran successo. [...]
In questo disco, come lo sterminato pubblico americano dei dischi, della radio, della televisione e dei concerti si è abituato ad aspettarsi, Peter è volta a volta brillante, eccentrico, melodioso e - soprattutto - divertentissimo.   E grazie al sistema Dynagroove, incredibilmente vivo!
 
dalla cover del disco
 
 
Side a)
  1. Midnight in Moscow (soloviev-matusovsky)
  2. When the world was young (philippe-gerard)
  3. My bonnie lies over the ocean (arr. nero)
  4. What kind of fool man am I (bricusse-newley)
  5. Continental Holiday (nero)
  6. Granada (lara)
 
 
 
Side b)
  1. Mai di domenica (hadjidakis)
  2. Londonderry air (arr. nero)
  3. Anna (el negro zumbon) (vatro-giordano-engevich)
  4. Strange music (forrest-wright)
  5. Gloomy sunday (javar-lewis-serres)
  6. Mack the knife (weill-brecht)
 
 
 
cover (RCA VICTOR - LPM 2638)
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RCA VICTOR - LPM 2638
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Il Re del Tangaccio



[...]
"Ha cominciato all'Aretusa o mi sbaglio?" [...] "Si sbaglia" è la risposta.   Lui cominciò nella sala da ballo Filocantanti di viale Zara, e precisamente con "L'orologio matto", cioè con "Rock round a clock" e piaceva talmente, anche perché era il primo a far questo genere (i dischi di Presley non erano ancora arrivati), che a un certo punto si divertiva a portar via clienti da una sala per travasarli in un'altra dove rifaceva il numero.   Mentre più avanti piacque perché partito con l'imitare gli americani, aveva saputo creare un tipo di cantante assolutamente nuovo e tutto italiano, in cui il milanese felicemente si fonde con il meridionale.   "E guardi caso, ho cominciato proprio con quella faccenda dell'orologio, ero anzi operaio specializzato nel ramo, impiegato da quel grande orologiaio che è il signor Tranquillo Galvani, e che mi ha insegnato il mestiere.   [...]
Si, i Ribelli sono i cinque del suo complesso; il Clan è la sua casa discografica, oltre che un gruppo di amici coi quali gli piace stare, viaggiare, e divertirsi; questi calzoni è stato lui il primo a infilarseli, e quelli da sera son senza tasche, per fare il fianco più asciugato, anche la maglietta è una sua invenzione, e ha anticipato la maglia go-kart.   I soprannomi del Clan non son molto di moda, però da don Backy, il cantante-compositore, Celentano certe volte è chiamato Cavallo, mentre il sassofonista Natale, Celentano lo chiama Befanino, don Backy a sua volta, per via del collo, vien soprannominato il Condor, e il microfonista Dino, che ha una faccia sottile sottile, tutti ormai lo chiamano volentieri Lametta.
Sposarsi con la bella Milena?   "Per ora non rientra nei miei programmi, non ho ancora deciso se al momento giusto mi parrebbe di prendere in giro il prete o me stesso".   Leggere?   "Francamente non è che mi vada molto di leggere, però certe volte, se non ho voglia io, chiamo qualcuno e mi faccio leggere qualcosa, un racconto, il copione di un film, un libro no".
Quel che gli piace di più oltre a cantare? "Interpretare, inventare delle situazioni che incontrino il gusto del pubblico e in quel campo lì debbono lasciarmi fare e non darmi consigli". [...]

Camilla Cederna
("L'Espresso" - 29 settembre)

Referendum: Il Profumo nella Vita


domenica 16 giugno 2013

BRUNO MARTINO - ROMA NUN FA LA STUPIDA/PAPETE' TAMURE'

 




Side a)
  • Roma nun fa la stupida (trovajoli-garinei)

Side b)
  • Papetè tamurè (martino-brighetti)




cover (La Voce del Padrone - 7MQ 1814)
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La Voce del Padrone - 7MQ 1814
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"GRUPPO 63" - Palermo 2-9 ottobre



Di tutti gli atti unici scritti da autori del Gruppo 63 e rappresentati la sera di giovedi 3 ottobre, il più conprensibile era Lo scivolo di Michele Perriera.   Non che il resto dello spettacolo fosse noioso.    Nel  Povera Juliet di Alfredo Giuliani, per esempio, una enorme fotografia di Carlo Levi si alternava (proiettata sul soffitto della sala) con quella di uno scimmione e con una di de Gaulle.   Nel K di Edoardo Sanguineti campeggiava sul fondale un sedere di donna.  Nella Lezione di fisica di Elio Pagliarani una lettera di Einstein a Roosevelt veniva detta sul motivo di S'annamo a divertì Nannì, Nannì.    E più o meno in tutti gli sketch c'era qualcosa di buffo: una battuta ("La vecchia che scivola non vuol dire marxismo".   "Dio non sente perchè come tutti i vecchi ha le orecchie piene di peli"),  un prolungato muggito di vacche durante una scena d'amore, spari, leggii di ferro strascicati in platea, parolacce, e persino fuochi d'artificio nel cortile del teatro.   Ma il geroglifico in cui gli autori avevano celato il senso, il significato di quelle scene, era pressochè indecifrabile.   Meno che nello Scivolo.
Lo scivolo è la storia di un giovane che tenta inutilmente di sedersi: gli sta di fronte un uomo seduto a una scrivania, in testa un berretto gallonato, il quale glielo proibisce.   Il giovane chiede, poi supplica, infine minaccia; a questo punto, a un cenno dell'uomo seduto, viene trascinato via da quattro sgherri.   La metafora è molto chiara: nello Scivolo sedersi sta per "sistemarsi", avere una posizione, inserirsi nel meccanismo funzionante della società.   Come tutti i giovani, il personaggio vi tende con ogni mezzo: prima docile e fiducioso, poi sempre più affannato, in ultimo pronto alla violenza.   Nessuno dei suoi tentativi, però, convince l'uomo col berretto fitto di gradi (cioè il detentore del potere) a favorirne le intenzioni d'inserimento.   All'inizio, l'uomo del potere è soltanto indifferente; ma poi comincia ad annoiarsi, e quando l'altro si azzarda a fare la voce grossa si spazientisce e lo toglie di mezzo.
Sullo Scivolo, forse perché era il più chiaro degli undici sketch, si svolsero dopo lo spettacolo parecchie discussioni.   Bisognava considerarlo come una specie di manifesto del Gruppo 63; vale a dire di quei giovani scrittori e letterati riuniti sotto questa sigla che tra il 2 e il 9 ottobre hanno avuto a Palermo il loro primo incontro ufficiale?   Bisognava vedervi le tracce di una polemica contro la cultura tradizionale?   Il Gruppo 63 era insomma il giovane protagonista dello Scivolo cui l'uomo col berretto gallonato impedisce di "sedersi" nella vita letteraria italiana?   Era il parere di molti.
[...]

AUTOVOX s.p.a. - Premiata con il "Mercurio d'Oro"


sabato 15 giugno 2013

NEVIL CAMERON - CABINA TUTTA BLU/SERA SERENA




Cantante giamaicano nato a Kingston il 13 settembre 1931. Cominciò a cantare ancor bambino nel coro della chiesa, di cui suo padre era direttore. Nel 1953 si trasferì in Inghilterra, dove si iscrisse alla Mathic School di Liverpool. L'anno successivo colse le sue prime affermazioni durante una serie di spettacoli al "Queen's Hotel" di Cleftoville, e ben presto si trovò a incidere dischi. Nel 1962 si è stabilito in Italia, e nel nostro paese si è anche sposato. Il suo primo disco nella nostra lingua è stato "Tu solamente tu" e "Spiaggia deserta".
L'enciclopedia della canzone (Tv sorrisi e canzoni, 1963)


side a)
  • Cabina tutta blu (caravaglios-pappone-verde)

side b)
  • Sera serena (caravaglios)

 

 
cover (CGD - N 9456)
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CGD N 9456
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MARLENE DIETRICH at BERNS HOTEL (Stoccolma)





BEPPE CARDILE - IL TEMPO PASSA/QUANDO PIOVE

 
 


side a)
  • Il tempo passa (cardile)

side b)
  • Quando piove (cardile)



cover (durium - CNA 9090)
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durium - CNA 9090
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PATRICIA CARLI - DEMAIN TU TE MARIES (Arrête, Arrête Ne Me Touche Pas)




(carli-missir)

AA.VV. - ALTA PRESSIONE

 


Il mondo della musica leggera ha sempre manifestato una speciale sensibilità di fronte ai piccoli o grandi avvenimenti che provocano una trasformazione di costume. Forse più che sensibilità si dovrebbe parlare di tempestività nel captare e registrare l'evoluzione dei gusti. Compare il telefono? E Peppino Turco alla fine dell'Ottocento scrive la canzone omonima. Parte il primo Sputnick? E contemporaneamente nasce "Volare". Il go-kart è la follia del 1962? Pilantra e Ennio Morricone compongono "Go-kart twist". Ma c'è di più: oggi il pubblico della musica leggera è così vasto che nel suo ambito stesso è facile stabilire delle distinzioni, addirittura è possibile individuare certe categorie: quelli che preferiscono ancora la canzone all'antica, melodiosa; quelli che vogliono soltanto ritmi, e sempre nuovi e sempre diversi: quelli che accettano tutto perchè hanno un'età adattabile a qualsiasi genere di canzone ed infine i giovanissimi.
L'ultima categoria, che comprende - poniamo - i ragazzi dai 14 ai 18 anni, è esigentissima. Coltiva gusti particolari e sa apprezzare, per esempio, anche una vecchia canzone se è "trattata" musicalmente in un certo modo. La stessa TV, che è uno specchio fedele, se vogliamo, del gusto medio del pubblico, si è accorta di questi giovanissimi ed ha voluto dedicare loro una trasmissione intitolata "Alta pressione" che per diverse settimanae è andata in onda sul Secondo Canale, conseguendo un notevole successo.
Questo microsolco esce con lo stesso titolo dell'ormai noto varietà musicale televisivo e raccoglie appunto i motivi che hanno incontrato i maggiori consensi dei giovanissimi telespettatori. Ad inciderlo non potevano non essere chiamati dei minorenni, i "minorenni della canzone" Gianni Morandi, Roby Ferrante, Rita Pavone, Rosy, Corrado Bonicatti e Tonino Latessa (I Metafisici), e accanto a questi dei giovani "maturi" come Gianni Meccia, Edoardo Vianello, Jimmy Fontana, i Flippers, i Quattro di Lucca e i "The Latins".
Al twist naturalmente è dedicata la gran parte dei quattordici motivi incisi. Non è stato forse il twist il ballo che ha trionfato nel 1962? E il twist non è forse anch'esso l'indice di un mutamento del gusto? La danza che ha spazzato via il cha cha cha ed il rock and roll, è servita a mettere in musica il nuovo sport del go-kart ed a rielaborare addirittura il Minuetto di Boccherini. Ma il microsolco contiene anche un omaggio al "madison", la nuova danza di nascita parigina che ha tentato, inutilmente per ora, di soppiantare il twist.
Dei personaggi resi popolari dal varietà televisivo "Alta pressione" si ritrovano qui la sedicenne Rita Pavone e il coetaneo Gianni Morandi. La prima interpreta una canzone scritta da un ragazzo di quindici anni, Angelo Bovenzi, che si intitola "Amore twist" (Bovenzi si è classificato al secondo posto al recente Festival degli Sconosciuti organizzato da Teddy Reno). Per lei Edoardo Vianello ha poi composto "Una partita di pallone". Morandi, invece, presenta nel microsolco le canzoni della velocità: "Andavo a cento all'ora" e "go-kart twist".
 
A. L. (Antonio Lubrano)
dalla cover del disco


Lato a)
  1. Rita Pavone - La partita di pallone (rossi-vianello)
  2. Edoardo Vianello - Guarda come dondolo (rossi-vianello)
  3. Gianni Morandi - Andavo a cento all'ora (camucia-dori)
  4. I Quattro di Lucca - The madison (brown)
  5. Roby Ferrante - Una donna come te (rossi-robifer)
  6. Rosy - Minuetto twist (rossi-polito)
  7. The Latins - Quel tuo vestito rosso (mogol-rigual)

Lato b)
  1. Gianni Morandi - Go-kart twist (pilantra-morricone)
  2. Rita Pavone - Amore twist (bovenzi)
  3. Roby Ferrante - La nave talpa (rossi-robifer)
  4. Gianni Meccia e Jimmy Fontana - Bugiarda (meccia-fontana)
  5. I Metafisici - Psicotwist (bonicatti-latessa)
  6. I Quattro di Lucca - Be-bop-a-lula (davis-vincent)
  7. I Flippers - Dynah (akst-lewis-young)



cover (RCA VICTOR - PML 10329)
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RCA VICTOR - PML 10329
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THE BEATLES - Come to Town





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EDOARDO VIANELLO - IO SONO EDOARDO VIANELLO

 
 
 
Circa quattro anni or sono, al teatro Odeon di MIlano, il pubblico che accorreva alla commedia di Guido Rocca, "Mare e whisky", messa in scena dalla compagnia di Lauretta Masiero e Alberto Lionello, ebbe modo di applaudire garbatamente un giovane cantante chitarrista, che in "Mare e whisky" interpretava una sua canzone, Chi siamo. Il giovane si chiamava Edoardo Vianello ed i più lo ritenevano un fratello di Raimondo. L'anno successivo, nel 1960, Edoardo Vianello si presentò ad un più vasto pubblico, non più come attore-cantante, bensì come cantautore: fu al Festival di Sanremo con la canzone Che freddo, un bel motivo che però fu accolto con molta diffidenza.
Edoardo Vianello, che è nato a Roma nel 1938, non si scoraggia per questo: nel 1961, infatti, il cantautore ritornò alla carica, questa volta ad Ancona, a quel Festival, dove presentò Il capello. Non si può dire che ad Ancona Edoardo Vianello avesse avuto modo di intravvedere il successo, anzi, Il capello non vinse e il cantautore sfogò il suo disappunto assicurando agli amici che avrebbe smesso, che si sarebbe dato all'agricoltura. Ma dopo poche settimane Il capello era diventato best-seller discografico e al simpatico Edoardo non fu difficile ritornare sulle sue decisioni. Ragazzo di notevole intelligenza e dotato di uno spiccato senso dell'umorismo, Edoardo Vianello si è ormai conquistato un posto di preminenza nel mondo della musica leggera con le sue canzoni piene di brio e di ironia. Pinne, fucile ed occhiali, Guarda come dondolo e l'attualmente classificata ai primi posti della "Borsa del disco", Abbronzatissima, abbinata a Cicerone, sono le canzoni più popolari di questo singolare cantautore. Vianello però ha altre frecce nel suo arco: basti per tutte l'esempio di Umilmente ti chiedo perdono, un bellissimo motivo nel quale un padre chiede scusa alla sua bambina, ormai diventata grande e presumibilmente nei guai, per non averle mai raccontato che fiabe, anzichè la verità sulla vita. [...]

Alessandro Berlendis
("TUTTAMUSICA" - 27 luglio 1963)





Lato a)
  1. Abbronzatissima (rossi-vianello)
  2. Umilmente ti chiedo perdono (musy-rossi-vianello)
  3. Il cicerone (rossi-vianello)
  4. Ti ho conosciuta (rossi-dansavio)
  5. Pinne, fucile ed occhiali (rossi-vianello)
  6. Chi siamo? (rossi-vianello)
  7. Che freddo! (rossi-vianello)
  8. Cicciona cha-cha (giangrano-dansavio)

Lato b)
  1. Guarda come dondolo (rossi-vianello)
  2. Ti amo perchè (rossi-vianello)
  3. Siamo due esquimesi (rossi-vianello)
  4. Ma guardatela (rossi-vianello)
  5. M'annoio (rocca-vianello)
  6. Non pensiamo al domani (rossi-vianello)
  7. Il capello (rossi-vianello)
 
 
 
 

cover (RCA ITALIANA - PML 10333)
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RCA ITALIAN - PML 10333
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BOB DYLAN - BLOWIN' IN THE WIND (live march 1963)




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CHET ATKINS - UNA SERATA CON CHET ATKINS

 



Lato a)
  1. I got a woman (charles)
  2. Rumpus (shurelon-jones)
  3. I love how you love me (mann-kolber)
  4. Alley cat (bjorn)
  5. Walk right in (darling-svanoe)
  6. Back home again in Indiana (macdonald-hanley)


Lato b)
  1. Teen scene (reed-atkins)
  2. Sweetie baby (lee-rose)
  3. A little evil (snook)
  4. I will (glasser)
  5. Bye bye birdie (adams-strouse)
  6. Susie-Q (hawkins-lewis-broadwater)




cover (RCA VICTOR - LSP 2719)
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RCA VICTOR - LSP 2719
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I Santini del Pubblico Ministero (processo a "La Ricotta" di Pier Paolo Pasolini)



Il borghese superstizioso
Questa materia opinabile, fluttuante, dibattuta milioni di volte, profondamente incerta e inconsistente, questa materia dell'arte e dell'espressione artistica del sentimento religioso trovava tuttavia un suo punto fermo così nel pubblico ministero come in Pasolini.   Il punto fermo del Pubblico ministero era ravvisabile nella sua situazione sociale; quello di Pasolini nella sua religiosità.
 E veniamo prima di tutto al Pubblico ministero e alla condanna da lui richiesta e ottenuta nei confronti di Pier Paolo Pasolini.   Egli accusava Pasolini di "vilipendio della religione".   In realtà avrebbe dovuto accusarlo del reato di "vilipendio della media e piccola borghesia".   E questo non tanto perchè Pasolini aveva detto per bocca di Orson Welles che "l'Italia ha il popolo più analfabeta e la borghesia più ignorante d'Europa", e che "l'uomo medio è un mostro, un pericoloso delinquente razzista, conformista, schiavista, colonialista, qualunquista" quanto perchè aveva attaccato questa borghesia, quest'uomo medio in ciò che costituisce la loro giustificazione metafisica, oppure se si preferisce dirla alla maniera marxista, in ciò in cui consiste la sovrastuttura della loro fondamentale struttura.   Infatti: Pasolini non aveva certamente vilipeso la religione cattolica (ed è per questo e non per paura conformista, che molti cattolici e preti che non condividono le concezioni religiose della borghesia, non hanno avuto niente da ridire sulla Ricotta) bensì aveva vilipeso la piccola e media borghesia italiana attraverso la critica dell'idea che essa si fa della religione cattolica.   E qual era quest'idea?   Era l'idea che traluce nei santini in tricromia, nelle oleografie sotto vetro, nella statuaria di gesso colorato, in tutta insomma l'orribile cianfrusaglia e chincaglieria sacra il cui stile fu determinato una volta per tutte, alcuni secoli fa, dalla versione iconografica che delle figure del Vecchio e Nuovo Testamento diedero Raffaello e soltanto in piccola parte i manieristi.   Era un'idea, diciamolo pure, assolutamente fossile, zuccherosa, convenzionale, precettistica, feticistica, idolatrica, superstiziosa: un'idea, per definirla con una parola sola, convenzionale, cioè completamente priva di contenuto religioso e fatta apposta per la comodità d'una società, appunto anch'essa del tutto  irreligiosa. [...]
E veniamo a Pier Paolo Pasolini.   Abbiamo detto che in questa materia estremamente opinabile, fluida e inconsistente dell'espressione artistica del sentimento religioso c'era tuttavia in lui un punto fermo: la sua religiosità.   E infatti: in quell'aula di tribunale il solo uomo veramente religioso era proprio Pasolini.   Il Pubblico ministero si muoveva sul terreno fossile delle tradizioni defunte, cioè di santini in tricromia, delle statue di gesso colorato, della "bondieuseries" per dirla coi francesi proprie alla religione che piace alla nostra piccola borghesia: soltanto Pasolini aveva saputo far qualche cosa di nuovo e di vivo con la storia della Passione, questa storia sublime, un tempo così feconmda e oggi così sterile: aveva saputo, diciamo, strappare il Cristo, la Madonna, i Santi dagli atteggiamenti teatrali e insignificanti in cui li ha chiusi tre secoli di convenzionalità controriformistica e farli muovere e vivere in una maniera nuova, tra i ruderi e i prati della periferia, sullo sfondo dei palazzi di cemento armato dei sobborghi romani.

domenica 2 giugno 2013

THE FIREBALLS - TORQUAY

 



Side a)
  1. Torquay (tomsco)
  2. Alone (craft-craft)
  3. Joey's song (gallop-reisman)
  4. Last date (cramer)
  5. Chief whoop-in-koff (tomsco)
  6. El Ringo (clark)


Side b)
  1. Wheels (petty)
  2. Honey (whiting-simons-gillespie)
  3. Rawhide (grant-wray)
  4. Tuff-a-nuff (tomsco)
  5. Dumbo (tomsco)
  6. Quite a party (tomsco)




cover (Dot - DLP 3512) usa

Dot - DLP 3512

humour - da LA DOMENICA DEL CORRIERE


humour - da RADIOCORRIERE TV


CATHERINE SPAAK - CATHERINE SPAAK


 
Quando si parla di un’artista come Catherine Spaak si usa dire che non ha bisogno di presentazioni. Ma questa non è che una comoda scappatoia. In realtà c’è sempre qualcosa da dire (o molto, o troppo, e qui è la difficoltà) circa un’artista che, ancor giovanissima, ha già al suo attivo una folgorante carriera cinematografica ed una serie di successi discografici.
Noi qui, per logiche ragioni, ci limiteremo a parlare della Spaak cantante. Non è il primo caso di attrice che si cimenta in campo discografico. Ma episodi del genere sono di solito rimasti allo stadio di episodio.
Con Catherine Spaak non siamo di fronte ad un episodio, ma a un fenomeno. In cosa consiste il “fenomeno Spaak” ? A nostro avviso nel fatto che Catherine riesce a trasferire nella sua voce tutti questi elementi della sua personalità (e della sua persona) che hanno fatto di lei una delle attrici preferite dai pubblici di tutto il mondo e da ogni tipo di pubblico. Sentirla cantare è come vederla. Più che logico, quindi, il successo che ha arriso alla sua produzione discografica. Tuttavia le ragioni di tale successo non sono tutte qui. Non va infatti dimenticato che sia lo stile che il repertorio di Catherine Spaak traducono in forma espressiva modi di sentire e di vivere dei giovani d’oggi, cogliendone sia gli aspetti più frivoli (ma spesso solo apparentemente) che quelli più impegnati. […]
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dal "back cover" del disco
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Lato a)
  1. Mes amis, mes copains (leccia-pascal-pace-mogol)
  2. Prima di te, dopo di te (lunero-mogol)
  3. L'été dernier (lunero-calibi)
  4. Noi due (lunero-calibi)
  5. Riapre la scuola (lunero-mogol)
  6. Perdono (paoli)
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.Lato b)
  1. Quelli della mia età (tous les garcons et les filles) (hardy-pallavicini)
  2. Tu ridi di me (pattacini-mogol)
  3. J'aime le matin (lunero-calibi)
  4. Ho scherzato con il cuore (j'ai jeté mon coeur) (hardy-samyn-beretta)
  5. Quando ti vedo (lunero-calibi)
  6. Tu ed io (paoli)
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locandina - LA VISITA (italia)




con: Sandra Milo, Francois Perier, Mario Adorf, Didi Perego, Gastone Moschin, Angela Minervini, Nando Angelini
Regia: Antonio Pietrangeli

genere: commedia psicologica
soggetto: dal libro omonimo di Bruna Piatti
sceneggiatura: Antonio Pietrangeli, Ruggero Maccari, Bruna Piatti, Ettore Scola, Stefano Strucchi
fotografia: Armando Nannuzzi
musiche: Armando Trovajoli
montaggio: Eraldo Da Roma
produzione: Moris Ergas
distribuzione: Fox
valutazione del CCC: Sconsigliato (costituisce un obiettivo pericolo per ogni categoria di spettatori)